Come dice lo stesso Codice civile, il contratto ha forza di legge tra le parti. Nessuna dele parti può recedere se tale facoltà non sia stata espressamente prevista con il diritto di recesso. Ci sono però circostanze al ricorrere delle quali è possibile sciogliere il patto con effetti retroattivi, cioè come se non fosse mai esistito. È in questo contesto che si pone il seguente quesito: quando si può annullare un contratto?
Quando un contratto è annullabile?
Tanto premesso, vediamo ora quando si può annullare un contratto.
Incapacità delle parti
Secondo la legge, il contratto è annullabile se stipulato da una persona incapace. Ciò avviene se il contraente:
- è minorenne;
- è interdetto, oppure doveva essere assistito, nel compimento dell’atto, dal tutore, dal curatore o dall’amministratore di sostegno;
- anche se non formalmente dichiarato incapace dal giudice, è comunque incapace di intendere e di volere, ad esempio perché ubriaco al momento della sottoscrizione dell’accordo.
Vizi del consenso
Un contratto può essere annullato se la volontà di uno dei contraenti è viziata, cioè non corrisponde alla reale intenzione di chi l’ha resa. Si parla a tal propositi di vizi del consenso.
Ma quali son i vizi del consenso?
Innanzitutto, può essere annullato il contratto che è frutto di un errore, cioè di una falsa o distorta rappresentazione della realtà, idonea a incidere in modo determinante sulla decisione di concludere l’accordo [2].
Può essere annullato il contratto che è stato stipulato dietro minaccia, cioè prospettazione di un male ingiusto e notevole alla persona del contraente o di terzi. Si parla in questi casi di violenza morale.
Infine, si può annullare l’accordo che è frutto dell’inganno di una parte nei confronti dell’altra. È il caso di chi spaccia un dipinto per un famoso Picasso, oppure di chi garantisce che il prodotto venduto abbia qualità che invece non possiede.
Il dolo (cioè l’inganno) è causa di annullabilità del contratto se è stato determinante per la conclusione del contratto; in caso contrario, l’accordo resta valido ma spetta il risarcimento dei danni. I raggiri possono provenire anche da una persona diversa dall’altro contraente, purché la parte che se ne avvantaggia ne sia a conoscenza.
Cosa comporta l’annullamento del contratto?
L’annullamento del contratto comporta lo scioglimento dell’accordo e la cancellazione di tutti gli effetti prodotti sin dalla sua conclusione.
In pratica, il contratto annullato è come se non fosse mai esistito. Conseguenza fondamentale di quanto detto è che tutte le prestazioni eseguite devono essere restituite.
Chi può chiedere l’annullamento del contratto?
L’annullamento del contratto deve essere chiesto dalla parte nel cui interesse è posta [5], e cioè:
- dall’incapace o dal suo legale rappresentante (genitore, tutore, ecc.);
- dal soggetto la cui volontà è stata viziata da errore, violenza o dolo.
Entro quando si può annullare un contratto?
L’azione di annullamneto si prescrive nel termine di cinque anni, che decorrono dal momento in cui:
- l’incapace non è più tale (ad esempio, perché diventato maggiorenne oppure perché l’interdizione è stata revocata);
- è cessata la minaccia/violenza oppure è stato scoperto l’errore o l’inganno della controparte [7].
Il contartto annullabile puo’ essere convalidato?
Come anticipato, il contratto annullabile può essere sanato mediante la convalida, prevista dall’art. 1444 Codice civile. È un atto unilaterale recettizio che può essere proposta dallo stesso soggetto legittimato a richiedere l’azione di annullamento.
Con la convalida l’atto diventa valido ed efficace, in quanto si dichiara di non voler procedere con l‘annullamento e di voler fare salvi gli effetti del contratto.
La convalida può avere forma espressa: quando la parte legittimata manifesta la propria volontà attraverso un atto che contenga l’indicazione del contratto, del motivo dell’annullabilità e la dichiarazione che intende convalidarlo.
Un contratto può essere convalidato anche tacitamente, dando esecuzione al contratto nonostante sia consapevole della sua annullabilità.
La convalida non produce i suoi effetti se il motivo che ha reso il contratto viziato sia ancora sussistente. Per esempio, nel caso di contratto concluso dal minore, se questo non ha raggiunto la maggiore età non potrà convalidarlo.
L‘annulalmento pregiudica i diritti dei terzi?
L’annullamento – in linea di massima – non pregiudica i diritti dei terzi in buona fede, nel senso che l’acquisto effettuato dal terzo non viene travolto dall’azione di annullamento.
Tuttavia esistono non poche eccezioni, e precisamente:
- quando l’annullamento dipende da incapacità legale il diritto del terzo è travolto in ogni caso; questo perché l’incapacità legale (e non quindi quella naturale) risulta dagli atti dello stato civile e quindi non c’è ragione di tutelare chi entra in contatto con un incapace;
- quando l’acquisto è a titolo gratuito.
Quando l’acquisto è a titolo oneroso ed è un bene immobile (o mobile registrato) e la trascrizione della domanda di annullamento precede quella relativa all’atto di acquisto, l’acquisto del terzo viene annullato. In pratica il terzo si salva solo se trascrive per primo.
Se l’acquisto è a titolo gratuito, oppure se l’annullamento dipende da incapacità legale, il terzo fa salvo il suo acquisto solo se la domanda di annullamento viene trascritta dopo cinque anni dalla data della trascrizione dell’atto annullabile.
Tutto ciò vale se il terzo è in buona fede.
Se invece il terzo è in male fede l’acquisto viene sempre posto nel nulla, in ogni caso, e l’unico modo per fare salvo il diritto è quello di far maturare il tempo per l’usucapione.
Per approfondimento si veda anche:
https://www.altalex.com/documents/altalexpedia/2016/05/05/annullabilita