E’ obbligatorio il Modello 231 per società ed enti, diversi da Stato, Enti territorali, enti pubblici non economici e organi di rilievo costituzionale?
Le aziende che decidono di realizzare e adottare un MOG 231 possono beneficiare di un più efficiente e generale sistema di controllo interno. Ma l’obbligatorietà del dlgs 23/2001 non è sancita dalla legge, bensì il modello organizzativo e gestionale è solo un onere per le imprese. L’azienda, poi, non si pone non il problema di realzzare un efficiente Mog ma solo un problema di “costi” dello stesso.
Una tale interpretazione ha spinto, purtroppo, molte aziende a creare modelli oganizzativi solo “di facciata”, superando il problema della loro utilità sia suo piano gestionale che strategico.
Ma la giurisprudenza espone un quadro diverso, ritenendo l’applicazione del Dlgs 231/2001 obbligatoria.
Emblematiche sono alcune sentenze, come quella del Trib. di Milano n. 1774/2008. Essa ha condannato al risarcimento del danno gli amministratori di un’azienda per non aver sollecitato il Consiglio di Amminsitrazione ad attuare i modelli ex 231, così violando l’obbligo di vigilanza generica e speicifica di cui all’art 2932 c.c.
Successivamente la Corte di Cassazione, con sentenza 35818/2015, afferma che l’assoluzione in giudizo della persona fisica per non aver comemsso il reato tipico nei confronti dell’ente, non comporta l’esenzione da punibilità di questo se non ha adottato misure precauzionali astrattamente idonee a prevenire il fatto reato. E anche agli amministratori può essere chiesto il conseguente risarcimento dei danni derivati dalla mancata attuazione del modello organizzativo.
Da “onere”, l’applicazione del MOG ex dlgs 231/2001 diventa un obbligo sanzionato.
Infine, l’applicazione del modello gestionale e organizzativo del dlgs 231 diventerebbe obbligatoria anche in forza del Decreto Legislativo n. 24 del 10 marzo 2023, chiamato anche “Decreto Whistleblowing”, riguardante la protezione delle persone che segnalano violazioni del diritto dell’Unione e recante disposizioni riguardanti la protezione delle persone che segnalano violazioni delle disposizioni normative nazionali.
Infatti, soprattutto per le PMI, la nuova disciplina Whistleblowing richiede adempimenti operativi di non poco conto per “tutte le imprese con almeno 50 lavoratori, indipendentemente dalla natura delle loro attività, e/o che abbiano adottato un modello organizzativo ai sensi del d.lgs. 231/2001 anche se con un numero di dipendenti inferiore a 50, nonché a tutti i soggetti giuridici del settore pubblico, compresi quelli di proprietà o sotto il controllo degli stessi”. Tutti i modelli organizzativi debbono tener conto delle implementazioni volte a evitare violazioni del diritto europeo e nazionale.