Ci chiediamo se il datore di lavoro possa applicare nei nostri confronti un contratto collettivo nazionale diverso e magari meno favorevole rispetto al precedente.
Cos’è il CCNL?
Parliamo in questo articolo del contratto collettivo nazionale di lavoro. Il CCNL è quell’insieme di norme che disciplinano a livello nazionale il rapporto di lavoro per tutti i lavoratori appartenenti ad una determinata categoria merceologica. Il contratto collettivo da applicare è individuato in base alla categoria professionale dell’azienda ed è frutto della negoziazione tra le associazioni di categoria rappresentative dei datori di lavoro e dei lavoratori.
Quando può essere applicato un diverso CCNL?
Sei stato assunto da una nuova azienda per cambio appalto e questa ha deciso di applicare al tuo rapporto un contratto collettivo diverso rispetto al precedente datore di lavoro; oppure, nel corso del rapporto di lavoro, l’azienda ha improvvisamente deciso di applicare al tuo rapporto un contratto collettivo diverso da quello contrattualmente pattuito. Ti chiedi se il comportamento datoriale sia corretto, soprattutto quando il nuovo CCNL applicato è meno favorevole rispetto al precedente. Sai che l’azienda, se non aderisce ad alcuna associazione di categoria, è libera di applicare il CCNL che meglio ritenga, ma ti chiedi cosa succede se l’azienda applica un CCNL meno favorevole ai lavoratori, se ci sono dei limiti alla sua libertà di scelta.
La scelta tra diversi CCNL
Per ogni categoria merceologica possono esistere più CCNL di riferimento, a seconda delle associazioni di categoria e sigle sindacali firmatarie dei singoli accordi e tali CCNL possono differire, per taluni aspetti, sia di carattere normativo (ad esempio, la quantificazione dell’orario normale di lavoro) che economico (ad esempio, prevedendo in misura diversa la maggiorazione prevista per il lavoro straordinario).
Qualora l’azienda aderisca ad un’associazione di categoria firmatarie di uno specifico CCNL sarà tenuta ad applicare ai propri dipendenti quel contratto collettivo; diversamente se l’azienda non aderisce ad alcuna associazione rappresentativa dei datori di lavoro sarà libera di individuare il CCNL da applicare ai rapporti di lavoro e di scegliere quello per sè più conveniente.
Ma, in quest’ultimo caso, pur libero di scegliere il CCNL, deve tuttavia sottostare ad alcuni precisi limiti.
Innanzitutto, dovrà individuare, tra i diversi CCNL, quelli riconducibili specificamente alla categoria merceologica cui la sua azienda appartiene.
Fatto ciò, tra i diversi CCNL applicabili al rapporto, dovrà essere scelto quello che, pur prevedendo livelli retributivi inferiori rispetto agli altri, sia comunque rispettoso del principio di proporzionalità sancito dall’art. 36 Cost.: tale norma sancisce infatti che la retribuzione deve essere proporzionata alla quantità e qualità del lavoro svolto e comunque in misura tale da garantire all’individuo un’esistenza libera e dignitosa.
Oltre ai livelli retributivi e dunque alla parte economica dei diversi CCNL, ad avviso di chi scrive, dovrebbe comunque tenersi in considerazione anche la parte normativa contenuta dei diversi CCNL di categoria e valutare se anche questa sia rispettosa dei principi costituzionali in materia di lavoro.
L’azienda può cambiare CCNL nel corso del rapporto di lavoro?
La regola è questa. Quando il datore sottoscrive un contratto con il dipendente, quest’ultimo accetta l’applicazione di un preciso CCNL, che contiene a lui delle norme ritenute da lui vantaggiose o comunqe che gradisce. Il fatto che l’azienda vada a modificare il CCNL applicato a dipendente, richiede in ogni caso il suo consenso.