Tra i primi progetti annunciati dal neopresidente Trump, fin dal suo insediamento alla Casa Bianca, c’è l’applicazione di dazi alle aziende di altri Paesi che esportano negli Usa.
Quali effetti hanno i dazi sui sui prodotti per le imprese?
I dazi doganali rappresentano tasse all’importazione (e talvolta esportazione) di beni, prodotti e servizi, introducendo severe limitazioni alla libera circolazione di materie prime, semilavorati, e prodotti finiti attraverso le dogane di tutto il mondo. Per un Paese a vocazione esportatrice come l’Italia, con un valore delle esportazioni nel 2024 superiore ai 600 miliardi di euro, l’imposizione di nuovi dazi rappresenta sicuramente un problema, a maggior ragione se introdotti da un paese come gli Stati Uniti che rappresenta la seconda destinazione a livello mondiale per l’export italiano ed il quarto mercato per le merci del territorio veronese che ha quasi 620 milioni di euro come valore delle esportazioni verso gli Stati Uniti nei primi nove mesi del 2024. Inoltre, i dazi influenzano significativamente le decisioni delle imprese riguardo non solo alla localizzazione della produzione, ma anche alla localizzazione dei fornitori ed alla distribuzione dei prodotti nei vari Paesi.
Quali strategie devono seguire le imprese?
Le imprese possono scegliere di rilocalizzare parte dei processi produttivi in Paesi non soggetti a dazi per ridurre i costi di accesso a determinati mercati. Più in generale, l’aumento dei costi legati ai dazi può suggerire una revisione delle catene di fornitura, modificando i flussi di import/export così come componenti o processi per rientrare in categorie tariffarie più favorevoli. Molte aziende europee che esportano negli Stati Uniti hanno già trasferito parte della produzione in Messico o Canada per beneficiare degli accordi commerciali esistenti.
Qual è l’effetto ritorsivo dei dazi per le aziende statunitensi?
I dazi annunciati dalla seconda amministrazione Trump mirano a favorire la competitività delle aziende statunitensi penalizzando le importazioni. Tuttavia, molte aziende americane dipendono da fornitori internazionali, e l’aumento dei costi di importazione si ripercuoterà negativamente anche su di loro, portando a rincari per il consumatore finale.