Il decreto correttivo-ter del Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Dlgs. 136/2024) introduce modifiche cruciali, rafforzando strumenti come la composizione negoziata e la transazione fiscale e contributiva.
Questi interventi normativi mirano a prevenire l’insolvenza, offrendo alle aziende una possibilità concreta di risanamento e continuità operativa.
La composizione negoziata della crisi, introdotta nel 2021 e consolidata con il correttivo-ter, si è affermata come uno strumento chiave per evitare la liquidazione.
Grazie al supporto di un esperto indipendente, le imprese possono avviare un dialogo costruttivo con i creditori, cercando soluzioni condivise per superare le difficoltà.
Secondo i dati più recenti, il ricorso a questa procedura è in costante aumento: dal 2021, quasi duemila aziende hanno avviato questo percorso, con un incremento significativo nell’ultimo anno. Le piccole e medie imprese, in particolare, stanno dimostrando un crescente interesse verso questa opportunità.
Tuttavia, il successo della composizione negoziata dipende dalla tempestività con cui le aziende decidono di attivarla. Molte imprese, infatti, accedono a questa procedura quando la crisi è già troppo avanzata, riducendo le possibilità di successo. Inoltre, la mancanza di collaborazione da parte di alcuni creditori e la carenza di esperti qualificati in alcune aree del Paese rappresentano ulteriori ostacoli.
Un altro strumento potenziato dal correttivo-ter è la transazione fiscale e contributiva, che consente di ristrutturare i debiti verso l’Erario e gli enti previdenziali. Questa misura rappresenta una svolta per molte aziende, permettendo non solo di ridurre la parte non privilegiata del debito, ma anche di dilazionare i pagamenti in modo sostenibile.
L’integrazione di questo strumento con la composizione negoziata ha reso i piani di risanamento più efficaci, ma restano criticità come la lentezza delle risposte da parte degli enti pubblici e la complessità burocratica che spesso scoraggia le imprese.